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La Malattia di Alzheimer e i primi segnali di allarme
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La Malattia di Alzheimer è un particolare tipo di demenza che si sviluppa nella popolazione anziana: il 20% di persone oltre gli 85 anni di età ne soffre. Essa prevede il decorso cronico e progressivo che si manifesta inizialmente con sintomi lievi, che nel tempo peggiorano portando le persone che ne sono affette a vivere in media tra gli 8 e i 10 anni dopo aver scoperto la sindrome.

Il fattore di rischio principale è l’età, infatti la malattia può sorgere a partire dai 65 anni, anche se ci sono dei rari casi in cui la sua comparsa è precedente, per questo si parla di “insorgenza anticipata”.
Ad oggi ancora non esiste una cura definitiva: vi sono diversi trattamenti che hanno il compito di rallentare il peggioramento dei sintomi ma la ricerca per trovare delle soluzioni per trattare questa malattia è ancora in atto.

Come si manifesta inizialmente l’Alzheimer?

L’Alzheimer si manifesta tramite sintomi: cognitivi, che vanno dalla perdita di memoria al disorientamento; funzionali, che comportano diverse difficoltà nel fare le più comuni attività quotidiane; comportamentali come ansia, depressione, agitazione.

Diverse persone soffrono di perdite di memoria, primo sintomo di allarme che riconduce a pensare alla malattia di Alzheimer. Non sempre però la causa scatenante è questa, infatti spesso può essere collegata ad una semplice perdita di memoria dovuta all’invecchiamento.

I sintomi iniziali che potrebbero fare da allarme a questa specifica patologia sono diversi:

  • perdita di memoria che porta a una continua richiesta di ripetere i concetti più volte fino alla necessità di adottare strumenti per ricordare o chiedere l’aiuto di persone per fare cose che fino a poco prima si facevano;
  • difficoltà a concentrarsi e seguire programmi organizzati;
  • difficoltà di svolgere semplici attività quotidiane;
  • confusione generale su eventi che vanno dalla dimenticanza di come si è arrivati in un determinato luogo alla perdita della concezione temporale e dei giorni;
  • problemi visivi, talvolta di percezione tra immagine e rapporto spaziale;
  • problemi e difficoltà a fare conversazione;
  • difficoltà a ritrovare le proprie cose;
  • scarsa capacità di giudizio;
  • rinuncia a diverse opportunità di socializzazione;
  • cambiamenti repentini di umore e personalità.

Come viene diagnosticato l’Alzheimer?

Per diagnosticare questo tipo di malattia nel paziente è essenziale non solo raccogliere diverse informazioni da dei colloqui clinici, ma anche sottoporlo a degli esami celebrali in grado di rilevare informazioni specifiche che possano valutare la presenza o meno di essa.
Di norma vengono svolti:

  • anamnesi con il paziente e i famigliari per capire la sintomatologia;
  • esame obiettivo che prevede una valutazione medica dello stato di salute del paziente;
  • esame neurologico;
  • test cognitivo e neuropsicologico per mettere alla prova i pazienti sotto vari punti di vista cognitivi;
  • esami di laboratorio per valutare diversi parametri, in quanto possono esserci delle alterazioni associabili a questa malattia;
  • esami specifici quali TAC o risonanza magnetica al cervello.

Qual è la differenza tra demenza senile e Alzheimer?

La differenza sostanziale tra demenza senile e Alzheimer risiede nel fatto che la prima è una forma di declino cognitivo lieve che è causato semplicemente dall’età, perciò le altre funzioni della persona sono intatte tanto da poter permette di essere autosufficienti nelle prime fasi della malattia o nei casi più lievi.
Più in generale però la demenza senile è una forma di demenza come l’Alzheimer, questo significa che entrambe sono malattie neurodegenerative dell’encefalo e che hanno caratteristiche comunque peculiari, ossia l’età in cui essere iniziano a manifestarsi e sintomi simili che iniziano solitamente con la perdita della memoria.

Le informazioni contenute su questo blog sono pubblicate a scopo esclusivamente informativo: non possono sostituirsi o integrare la diagnosi svolta dal medico. Tutte le informazioni non devono essere in alcun modo considerate come alternative alla diagnosi del medico curante, né tantomeno essere confuse e/o scambiate con la prescrizione di trattamenti e terapie.