Il giornale della Salute
Radiologia e gravidanza
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La gravidanza è un delicato periodo della vita nel quale la donna deve porre molta attenzione alla propria salute ed anche a tutto quello che le può accadere per evitare pericoli per sé e per il nascituro: in ambito sanitario l’attenzione è posta soprattutto sui farmaci che può assumere e sugli esami che deve eseguire. In alcuni casi è necessario sottoporsi a indagini radiologiche che potrebbero determinare problemi di sviluppo al feto.

La Ecografia è la metodica radiologica adottata dai Ginecologi per seguire lo sviluppo del bambino durante tutte le fasi della gestazione mentre ai Radiologi spetta la valutazione di eventuali patologie concomitanti indagabili sempre con tale indagine. Trattandosi di apparecchi che utilizzano onde sonore per ottenere le immagini è una metodica assolutamente innocua per madre e figlio e che è possibile ripetere anche a breve distanza di tempo. Come preparazione è richiesto di presentarsi a digiuno da almeno 6 ore e con vescia piena. L’esame dura pochi minuti e con le apparecchiature più recenti può fornire immagini anche tridimensionali.

La Risonanza Magnetica viene usata di solito per lo studio di patologie concomitanti che colpiscono la donna in altre parti del corpo e che proprio in gravidanza possono avere una recrudescenza provocata dalle variazioni ormonali caratteristiche di questo periodo. Talvolta si studia anche il feto se esiste un sospetto di malformazione o lesione riscontrata mediante Ecografia: in questo caso si devono utilizzare tempi di esame molto brevi dato che il bambino solitamente si muove (anche per il rumore dell’apparecchio) ma non è possibile sedarlo. Pure questa metodica non utilizza Raggi X non provocando danni alla donna e al nascituro ed è quindi ripetibile ma sconsigliata nei primi tre mesi di gravidanza durante i quali avviene l’impianto del feto e lo sviluppo degli organi: il riscaldamento del feto causato dal funzionamento della macchina potrebbe causare problemi di sviluppo.

Le indagini che utilizzano i Raggi X (Radiologia Convenzionale e TAC) non dovrebbero essere richieste soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza in quanto potrebbero provocare alterazioni allo sviluppo del feto ma in alcune situazioni (soprattutto nei traumi) non è possibile evitare di utilizzarle. In questo caso il Radiologo è tenuto ad usare la minore dose radiante possibile e comunque i nuovi macchinari sono in grado di dosare la quantità dei Raggi X al limite più basso in rapporto alla costituzione della paziente ed a quello che si deve valutare. Per raggiungere una dose radiante pericolosa bisognerebbe comunque effettuare 3-4 indagini TAC e numerose Radiografie cosa questa molto infrequente.

Nel caso in cui una donna effettui indagini di RM e soprattutto quelle con esposizione ai Raggi X (Radiologia Convenzionale e TAC) senza essere ancora a conoscenza del suo stato di gravidanza è necessario che si rivolga alla struttura dove ha eseguito l’esame la quale fornirà, tramite il Fisico Sanitario, i dati relativi alle caratteristiche dello studio con i quali la signora potrà poi recarsi da Pediatra e Genetista per un consulto ai fini di valutare i possibili rischi nel proseguire la gravidanza.
In generale vale comunque in questi casi “la legge del tutto o del nulla”: in pratica o la gravidanza si interrompe nelle primissime fasi di gestazione oppure prosegue tranquillamente senza inconvenienti.

Eventuali altre informazioni vengono fornite contattando i nostri centri!

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