La mammografia costituisce il sistema di diagnosi principale per la prevenzione del cancro al seno, ed è un esame importantissimo a cui tutte le donne devono sottoporsi almeno dai 40 anni in su. Grazie all’utilizzo della tecnologia che prende il nome di Tomosintesi, è possibile effettuare uno studio stratigrafico della mammella, che porta poi ad un risultato diagnostico più efficace rispetto alla mammografia convenzionale: tale esame è considerato infatti il futuro della mammografia bidimensionale. Spesso la Tomosintesi viene effettuata nel corso della medesima seduta. Ecco cosa sapere a riguardo!
Che significa tomosintesi?
La mammografia con tomosintesi permette di acquisire immagini della mammella in tre dimensioni per mezzo dell’oscillazione di un tubo radiogeno. Così facendo, l’immagine della mammella viene “scomposta” poi al computer in molteplici sezioni, dallo spessore millimetrico (che va generalmente da 3 a 5mm), per identificare con maggiore sicurezza anche le alterazioni più circoscritte che potrebbero segnalare la presenza di un tumore. Rispetto alla mammografia bidimensionale, questa tecnologia tridimensionale riduce notevolmente gli artefatti dovuti alla sovrapposizione delle strutture della mammella, ed è consigliata soprattutto nelle pazienti che presentano un seno particolarmente denso.
Si tratta di un esame fondamentale nella branca della senologia per arrivare ad una diagnosi precoce anche di lesioni molto piccole, data la sua precisione e dettaglio che comporta di conseguenza un ridotto numero di falsi positivi, che rappresentano una grande fonte di stress. Il tutto, inoltre, con una dose di radiazioni contenuta, e anzi inferiore rispetto alla mammografia analogica, che non rappresenta dunque un pericolo.
Come funziona la mammografia in 3D?
La mammografia con tomosintesi aiuta a interpretare meglio lesioni come noduli e microcalcificazioni valutandone la distribuzione spaziale grazie alla disponibilità di immagini da diverse angolature che vengono ottenute con un mammografo 3D o DBT, ovvero, Digital Breast Tomosynthesis. La tecnica di esecuzione è la stessa della mammografia digitale, ad eccezion fatta del movimento del tubo radiogeno, che si presenta oscillante. Non è richiesta alcuna preparazione preventiva e, nello specifico, l’esame prevede che la paziente si posizioni di fronte al dispositivo, per permettere uno studio approfondito della mammella; durante la procedura, non si avverte alcun dolore ed è un controllo che dura pochissimo con quattro esposizioni, due per ciascun lato.
In altre parole, è simile alla mammografia bidimensionale come esame, fatta eccezione appunto per il movimento del turbo radiogeno con raggi X a basso dosaggio e una durata di poco maggiore rispetto alla tradizionale mammografia digitale 2D. Le immagini acquisite vengono poi ricostruite tridimensionalmente al computer per essere analizzate e valutate dal radiologo, ed è possibile in questo modo avere una visuale più accurata e completa sulla situazione, individuando gli eventuali quadri sospetti.
Quando fare una mammografia con tomosintesi
Come abbiamo già visto, la mammografia con tomosintesi costituisce un controllo fondamentale per la diagnosi e prevenzione del tumore al seno, in quanto permette di identificare la presenza di noduli, microcalcificazioni, distorsioni strutturali e altre anomalie in modo accurato, anche in caso di seno denso. In generale, questa mammografia viene consigliata alle donne over 40, ma è effettuabile anche in pazienti più giovani, specialmente se si tratta di soggetti a rischio per un’eredità genetica.
Come ogni esame che prevede l’esposizione a radiazioni, è assolutamente vietato durante la gravidanza, mentre la paziente con normale ciclo mestruale deve sottoporsi alla mammografia entro il quindicesimo giorno del ciclo appunto per evitare di effettuare il controllo durante un’eventuale gravidanza.